venerdì 5 aprile 2019

Il grande bluff delle elezioni europee

Continua sul blog di Andare Oltre la rassegna di idee e opinioni sul tema delle elezioni europee! Dopo l'articolo di apertura del nostro "direttore" Edoardo Mauro (per chi volesse rileggerlo, troverete il link alla fine di questa pagina) oggi è il turno di Gabriele Giaccari. Con un'analisi senza peli sulla lingua, Gabriele parla schiettamente e ci presenta un quadro chiaro su quello che, secondo lui, dovremmo aspettarci nel prossimo futuro europeo.

La sede del parlamento europeo a Strasburgo, in Francia
È sempre un piacere scrivere di politica. Anche quando questo significa addentrarsi negli aspri meandri della fantascienza. Perché, quando si cerca di parlare di politica europea, si sfocia nel fantasy più spinto senza però avere la bravura e la grande immaginazione di Martin o senza avere il genio di Tolkien. Infatti, come si può parlare di politica se non c’è nulla di politico in Europa?  C’è davvero chi ancora crede alla favoletta che con il voto degli elettori europei si possono determinare le sorti - politiche e non - di questa Europa? Cosa potrebbe mai cambiare se a “vincere” le prossime elezioni siano i cosidetti “sovranisti” ovvero i “fondamentalisti europeisti” quali PPE o il S&D? Siete davvero convinti che se la coalizione “sovranista” dovesse risultare vincente, il giorno dopo le elezioni i confini nazionali saranno addobbati con muri, fili spinati, frontiere e militari armati? O, al contrario, siete sicuri che se vincessero gli “europeisti ante litteram” l’Europa sarà bellissima e unitissima?

Suvvia, un po’ di realismo!

Finché l’Europa sarà un’accozzaglia indefinita di autonomi Stati sovrani, parlare di Europa unita sarà alquanto inutile.
Ne sono la dimostrazione vari episodi che si sono succeduti nel corso degli ultimi anni: risatina Merkel - Sarkozy alla domanda su Berlusconi; militari schierati da Francia ed Austria sulla frontiera italiana; consegna illegali di immigrati sulla frontiera; protezionismo francese nei confronti di Fincantieri, ecc.
L’unica soluzione possibile, dal mio punto di vista, rimane sempre quella degli Stati Uniti d’Europa: solo l’unità politica, economica (però quella vera) e di nazionalità può rendere l’Europa davvero unita.
Solo con un vero governo centrale, solo con una vera unità economica e con una sola nazionalità europea si supererebbero (anche forzatamente) tutte le divisioni, le ipocrisie, i contrasti che regnano attualmente in questa Europa. Quanto da me prospettato non è e non sarà, di certo, argomento di discussione in questa campagna elettorale che affronteremo.
Infatti, i macro problemi da superare sarebbero almeno tre: sarebbero disposti, anche gli europeisti più europeisti d’Europa, a rinunciare ai piccoli (o grandi) centri di poteri conquistati nei rispettivi Paesi, ai poderi che garantiscono loro fama ed onori, al vassallaggio dei rispettivi sottoposti per fare dell’Europa una superpotenza mondiale?
USA, Russia e Cina consentirebbero mai questa svolta epocale che potrebbe ridisegnare gli equilibri geo politici mondiali?
Noi italiani, leader nei campanilismi più efferati, saremmo davvero disposti a rinunciare alla nostra appartenenza a piccole comunità per diventare davvero cittadini d’Europa?
In definitiva, il mio disinteresse alle prossime elezioni europee è e sarà totale, convinto che non apporteranno nulla di nuovo e nulla di davvero utile alla nostra Europa.
Gabriele Giaccari


Leggi qui l'articolo di Edoardo Mauro "Ciò che conta in Europa saranno i contenuti"



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