mercoledì 26 aprile 2017

di conservazione e di cambiamento

Le forze della conservazione contro le forze del cambiamento. Questo è lo schema che si sta profilando in questa competizione elettorale. E il fatto che apparentemente, e solo apparentemente, le forze della conservazione marcino separate per colpire unite nulla toglie al loro vero obiettivo: mantenere le mani sulla città.
Leggendo i rilievi che la corte dei conti rivolge alle gestioni politiche ed amministrative passate ci si accorge che esse sono state composte dalle stesse persone che, a vario titolo, oggi si presentano come gli artefici di coalizioni per la salvezza della città, per il benessere sociale, per la salute pubblica. Salvo poi scorrere i loro nomi e rendersi conto che sono gli stessi che hanno gestito e retto le sorti del nostro comune negli ultimi vent'anni. Tutto ciò per noi ha le sembianze della conservazione, dell'immobilismo, della continuità amministrativa, sia essa di sedicente-destra o di sedicente-sinistra. Sono ricette già sperimentate, già provate, già fallite.
E poi c'è chi è rimasto fuori dalla gestione e si fa portatore di idee fuori dal coro, chi vuole cambiare il corso delle cose; prende vita una coalizione del cambiamento, civica ma non apolitica. Civica perché slegata dai partiti tradizionali, coalizione insensibile ai richiami di scuderia e agli ordini ricevuti dall'alto (anche perché un alto non c'è). Non apolitica perché le idee politiche ci sono e la rete di amministratori che già le sperimentano su diversi territori della provincia pure. Da Pippi Mellone ad Alessandro Delli Noci, da Giancarlo Erroi ad Emanuele Legittimo passando per tanti altri ancora, c'è un mondo che riprende la connessione col suo tempo e col suo territorio, rompe il tappo costituito da una classe politica autoreferenziale e prova a cambiare, se non il mondo (come si credeva che si potesse fare a quattordici anni iniziando a fare politica), almeno quella parte di mondo di sua competenza... quella parte di mondo che amano proprio perché non piace (come diceva Borsellino) ma per la quale sono disposti a sacrificare una parte di loro. Fuori dalle solite logiche, fuori dai soliti metodi, fuori dalle solite coalizioni della conservazione. Senza il mito della vittoria a tutti i costi; perché la vittoria non è il fine ultimo dell'azione politica ma solo un mezzo per poter cambiare davvero questa nostra bellissima e disgraziata terra. E per essere in grado di farlo, tocca vincere sì, ma non a tutti i costi e non con compagni di viaggio qualunque. E' necessario costruire una alternativa credibile non tanto e non solo rispetto alle ultime amministrazioni cittadine ma ad un'intera classe dirigente che ha dominato più che governato in lungo e in largo in questi ultimi decenni. E' necessario uscire dalla logica dell'amico e del favore per entrare in quella del "che città immaginiamo per i nostri figli?". E' necessario, in una sola parola, Andare Oltre, scegliere uomini liberi come Marcello Amante e i candidati delle sue liste, rompere definitivamente con un passato fallimentare!

domenica 23 aprile 2017

con Marcello Amante, con Andare Oltre, per il cambiamento

La nostra città può essere vista come l’esempio più rappresentativo della politica italiana degli ultimi anni. Come l’Italia ha speso molto più di quello che si poteva permettere, Galatina non è stata da meno. Ora, mi sembra superfluo cercare di attribuire colpe a questo piuttosto che a quello; l’unica cosa che in cuor mio sento di dire è questa: dati gli esiti delle ultime amministrazioni comunali e gli scarsi risultati purtroppo raggiunti da questi ultimi, non riesco a comprendere i motivi che spingono persone che hanno già fatto parte dei recenti governi cittadini a ripresentarsi nuovamente sulla scena politica, poiché non credo che possa avvenire alcun miglioramento se i protagonisti restano gli stessi.
Da cittadino, vorrei vedere volti nuovi, persone appassionate, motivate e interessate alle sorti della città. Attenzione, nessuno può fare miracoli, saranno periodi duri quelli che verranno; resta, tuttavia, da scegliere se farli persistere a tempo indeterminato, o provare a dare inizio a un processo di cambiamento che possa risollevare, non senza sacrifici, la nostra Galatina.
Passione, interesse e motivazione che si possono trovare nel gruppo che si è formato e che sostiene la candidatura a sindaco di Marcello Amante.
Andare Oltre, il movimento politico di cui faccio parte, mi ha dato l’opportunità di mettermi in gioco e dopo una piuttosto lunga ma consapevole riflessione, ho deciso di dare il mio contributo alla causa comune. È lecito pensare che sia molto giovane per questo genere di cose e che la mia scelta possa sembrare azzardata e fuori luogo, ma posso assicurare che si tratta di una decisione ponderata presa con convinzione.
Dunque, la parola “cambiamento”, secondo la mia opinione, non può che essere accompagnata dalla parola “giovani” che pur rispettando e tenendo conto dell’esperienza dei cosiddetti “veterani”, possono essere utili all’intera comunità con le loro idee innovative.
Detto ciò, mi auguro che la scelta che tutti noi faremo sarà tale da rendere possibile voltare pagina e Andare Oltre.

Piergiorgio Di Gesù

sabato 22 aprile 2017

ragazzi, dimenticato orgoglio galatinese

Insediamento del Consiglio Comunale Baby
In questo periodo in cui tutto sembra essere immobilizzato dalla paura del domani, dalla paura di tanti punti interrogativi che generano, conseguentemente, la paura delle relative risposte, dalla paura di affrontare le difficoltà, preferendo eludere l’ostacolo, aggirandolo, piuttosto che saltarlo per andare oltre, c’è chi vive di quelle paure come fosse linfa di un intero sistema e c’è chi sarebbe disposto ad osare pur di guardare i propri ostacoli dall’alto in basso.
Sono i ragazzi della nostra città. E i ragazzi, per loro natura, sono liberi, scevri da ogni logica di mercato, da ogni strategia politica o compromesso personale. Sono pronti ad andare oltre ogni confine, a comprendere ciò che i loro occhi osservano e a darne un senso logico. Hanno il coraggio di esporsi perché nulla vale di più dei loro pensieri, dei sogni con un pallone tra le gambe o di quelli con una chitarra in mano. Nulla vale di più della loro curiosità, il motore dell’agire concreto.
Forse, però, questo non è un mondo per giovani. Forse, però, questa non è una città per ragazzi… che chiedono ma a cui nessuno risponde. Chi conosce, infatti, le esigenze dei ragazzi se non loro stessi?
Andiamo a prenderceli, allora, insabbiati come sono dell’indifferenza degli adulti (anagraficamente parlando!), dalla morìa delle istituzioni e di un’amministrazione intera che, da alcune legislature, ha deciso inspiegabilmente di fare da sé.
È il 2000 quando molte città, tra cui Galatina, decidono di vestire i panni di una città “a misura di ragazzo”. Viene istituito il primo consiglio comunale baby, con sindaco e consiglieri al seguito: età media 13 anni. Tale consiglio rappresenta la dimostrazione più evidente che è possibile accompagnare mano nella mano la curiosità dei ragazzi, impegnandosi ad educarli ad accogliere, domani, i bambini di oggi.
La presenza dei ragazzi nell’aula consigliare del Comune di Galatina è l’immagine più bella di questa città, perché ha fotografato il legame tra l’amministrazione ed il futuro della sua città. Ascoltare voci timide e chiare mentre discutono di lavori pubblici, scuola e sport (tra le altre) rappresenta il punto massimo di una città che è riuscita a coordinare, in una sinfonia perfetta, politica, amministrazione, istituiti scolastici e sentimenti. Quelli dei ragazzi.
È opportuno precisare che non si è trattato di un semplice esercizio di stile, di una boutade elettorale, di una trovata fine a se stessa.
Infatti, seppur con i dovuti distinguo, anche le attività del Consiglio e della Giunta “baby” hanno avuto dei profili “politici”: ci si è riuniti, si è discusso, ci si è confrontati su ciò che si sarebbe dovuto e potuto realizzare per Galatina.
Ognuno con le proprie idee, sicuramente immature ed acerbe, forse troppo sognanti, ma sicuramente libere da tutti quei costrutti mentali che l’età e la “maturità” costruiscono nostro malgrado.
Tutto questo è stato. Un tempo. E ora non lo è più!
È un obbligo morale e politico, quindi, ricostruire questo legame, per non lasciare che la nuova generazione si senta avulsa dalla propria città.
Impariamo ad ascoltare nuovamente i nostri ragazzi, ricominciamo a capire che da loro si impara.
Perché quando si cammina mano nella mano, in fondo, lo si fa vicino e nella stessa direzione. E camminando al fianco dei più giovani l’unica direzione possibile è il futuro.
Ora, un consiglio: che si rileggano queste parole dal principio, consapevoli, però, che nascono proprio dalle mani di chi ha rivestito quella carica di Consigliera e di Sindaco dei ragazzi, in un’epoca di puro orgoglio galatinese.

Cristina Dettù
Gabriele Giaccari

mercoledì 19 aprile 2017

la centralità dei giovani per il rilancio di Galatina

A Galatina non c’è niente”. Quante volte abbiamo sentito ripetere quest’esclamazione? E quante altre volte abbiamo scelto di fuggire dalla nostra Città per rifugiarci in realtà limitrofe, dove il massimo che puoi fare è bere e ascoltare un piccolo live musicale contemporaneamente? Oggettivamente, le attività escogitate dalle amministrazioni dei Paesi vicini al nostro non sono poi così straordinarie, rispetto a quella che è la normalità.
Quindi, qual è la soluzione per non far fuggire i nostri giovani? Il ritorno all’ordinarietà è il viatico da percorrere. Non è necessario un esborso enorme di denaro, non sono richieste grandi opere da attuare, ma semplicemente una buona programmazione, che sappia coinvolgere la menti fresche della nostra generazione, mettendole al centro del progetto ed avviando quel processo di inclusione sociale, con l’obiettivo di appiattire la distanza tra il Palazzo e la strada, tra chi ha il compito di prendere le decisioni e chi ha delle proposte valide da mettere sul piatto.
Urge una rivoluzione culturale, in grado di non sminuire quelle che sono le idee dei giovani, le quali devono essere racchiuse in un contenitore di idee creative, volte a ridare slancio alla nostra comunità.
Penso alla valorizzazione del centro polivalente, inutilizzato, cosi come gli spazi del quartiere fieristico. Con delle piccole ristrutturazioni, questi ambienti possono diventare il centro di ritrovo per varie associazioni giovanili, che non hanno una propria sede, e che all’interno avrebbero l’occasione di dar vita a delle proposte interessanti, per tornare a dare un senso ai weekend galatinesi.
Molto spesso i nostri ragazzi si sono sentiti abbandonati, delusi da un sistema politico che non è stato in grado di ascoltare la loro voce, contribuendo ad invecchiare sempre più la nostra Città. Eppure, le strutture che abbiamo a disposizione sono tante e allo stesso tempo sottovalutate. Dal teatro “Cavallino Bianco” inaugurato nel Novembre 2015, aperto per un numero di eventi pari alle dita di una mano, ma praticamente inutilizzato, alla biblioteca comunale ed al chiostro annesso, plesso di grandi risorse, in grado di ospitare numerose presentazioni di libri, oltre ad eventi musicali e non solo.
Ma è bene citare la nuova palestra di Via Montinari inaugurata nel 2014, guarda caso in occasione delle elezioni europee, ma inutilizzabile a causa della pavimentazione inagibile. Con una ristrutturazione economica ma efficace, la struttura sportiva potrà essere utilizzata dalle società sportive, oltre ad avere l’opportunità di essere presa in affitto da tutti coloro che volessero allenarsi.
Il tema è così vasto che rischierei di dilungarmi più del dovuto. E’ certo che i nostri giovani devono abolire dalle proprie bocche: “A Galatina non c’è niente”, tornando ad essere orgogliosi della nostra Città, proponendo idee e progetti creativi in grado di ridar luce a questa comunità, senza il bisogno di andare altrove e fare tutto ciò che assumerebbe i contorni dello straordinario, ma che in realtà non è altro che una normale ordinarietà.

martedì 11 aprile 2017

incuranti dei vecchi marpioni... Andiamo Oltre

E’ stata una giornata un po' sconcertante, quella di oggi. Probabilmente, per la prima volta da quando ho deciso di intraprendere questo percorso, mi sono scontrato con la triste, quanto squallida realtà che circonda la nostra Città. Tra le ragazze ed i ragazzi che sto incontrando in questi giorni, con l’intento di proporre quelle che sono le mie idee per il rilancio di Galatina, ho avuto modo di confrontarmi con due signori che, con alcune affermazioni, sono stati capaci di farmi smettere di sognare per alcuni istanti, facendomi tornare con i piedi per terra: “Beddhu miu, iddha/iddhu me pote iutare” (Amico mio, lei/lui mi può aiutare); “Contro tutti quei marpioni non puoi combattere”. Risentendo queste parole nella mia testa, ho rischiato di perdere la voglia di continuare a volere qualcosa di migliore per Galatina. Tergiverso e ripenso tra me e me: a che serve allora metterci impegno e passione, se dall’altra parte non sei aiutato proprio da coloro che predicano il cambiamento, ma in realtà preferiscono continuare con l’andazzo degli ultimi vent’anni.
Sono stanco, stanco di questa mentalità obsoleta; stanco di questo clientelismo che abolisce ogni forma di meritocrazia, premiando le parentele, le amicizie. In tutto ciò le idee vengono meno, i concetti ed i tentativi di risollevare le cose passano in secondo piano, in favore di un voto concesso perché: “lei/lui mi può aiutare”.
Il mio sconforto però lascia presto spazio all’unico motivo che mi ha spinto ad iniziare questa battaglia con l’intero gruppo di Andare Oltre: noi non siamo come gli altri, noi vogliamo mettere le idee prima della faccia del parente o dell’amico vicino. Noi abbiamo l’intento di eliminare gli sprechi, i clientelismi, le promesse fatte e successivamente smentite. Il tempo dei favori presto sarà finito.
Noi vogliamo far prevalere il bene per la comunità, attraverso progetti di riqualificazione del Centro, delle periferie e delle frazioni, riuscendo a dare una svolta tecnologica e ambientale, oltreché un cambiamento del sistema burocratico ed amministrativo.
Siamo decisi più che mai ad Andare Oltre. Dobbiamo far tacere quelle bocche che si lamentano di un sistema dominato dalla mala politica, ma un secondo dopo lasciano il segno sullo stesso schieramento o sugli stessi soggetti, che in vent’anni hanno contribuito pesantemente alla caduta di questa Città. Quella dell’11 giugno è davvero l’ultima occasione per cambiare, per dare un senso al nostro essere galatinesi, gente volubile, ma che detiene ancora un cervello.

mercoledì 5 aprile 2017

la nostra premessa al programma

L'eredità politica delle ultime amministrazioni è pesante: Galatina sconta una mala gestione economica e politica che ha scaricato sugli anni successivi, se non sulle generazioni successive, le sue peggiori conseguenze. È e deve essere questo il punto di partenza, la premessa di qualsiasi ragionamento programmatico per la futura amministrazione comunale. Ragionamento che, partendo da questa situazione, si ponga in parallelo due obiettivi "minimi" ma indispensabili per assicurare un futuro degno della sua storia alla nostra città: da un lato mettere in atto un'azione di risanamento economico-finanziario che non riduca il già minimo livello dei servizi e che non gravi ulteriormente sulle tasche dei cittadini e dall'altro lato assicurare un livello accettabile di ordinaria amministrazione sul campo della trasparenza amministrativa, della giustizia sociale, dell'accesso alle opportunità, della tutela dell'ambiente e della salute.
E diciamo ordinaria amministrazione non perché non vi siano degli interventi straordinari che meritino di essere posti in essere ma perché riteniamo che, in virtù dell'eredità a cui facevamo cenno in apertura, oggi l'azione amministrativa sia di molto al di sotto dell'ordinaria amministrazione su molti aspetti. E quando questo accade a farne le spese è la legalità: un'amministrazione poco trasparente, poco reattiva, poco lungimirante porta necessariamente a comprimere spazi di legalità e di uguaglianza di tutti di fronte alla legge e alle regole. In tal senso la legalità, intesa come rispetto e pratica quotidiana di regole condivise dovrà ispirare l'azione politica dei consiglieri e degli assessori dei movimenti civici, i quali dovranno gestire le risorse pubbliche nel pieno rispetto delle norme e uniformare le loro condotte alla massima trasparenza, evitando situazioni implicanti conflitti d'interesse, riconoscendo la legalità come valore fondamentale a difesa del bene comune nella consapevolezza che l’effettiva partecipazione di tutti i cittadini alla vita della nostra Galatina è di fatto impedita dalla sostanziale mancanza di legalità e giustizia, generata - in primis - dal comportamento di quanti quotidianamente contravvengono alle regole, e in particolare di chi amministra la cosa pubblica a proprio uso e consumo.
E allora, il polo civico per Galatina ritiene che, accanto ai due obiettivi già citati - risanamento e ordinaria amministrazione - vi sia un ulteriore obiettivo che li completa e li compenetra: riportare ad un livello minimamente accettabile la legalità, ri-educare alla legalità; perché l'azione amministrativa non può lisciare il pelo ad abitudini borderline rispetto alla legge sol perché "così si è sempre fatto" ma deve porsi l'ambizioso obiettivo di avere anche una missione educativa, indicare una strada, tracciare una linea tra il presente e il futuro, permettendo a tutta la città di disegnarlo e costruirlo insieme. Non più quindi una città a vantaggio di pochi, dei soliti pochi, ma aperta a tutti, libera dai vincoli "amicali" con questo o quel politico di turno e realmente basata sul merito e sul senso della comunità. Abbiamo vissuto decenni in cui il politico ha rinunciato al suo ruolo e si è fatto dettare i tempi dalle contingenze del momento e dalle esigenze più o meno lecite delle proprie clientele (che elettorato è parola troppo nobile). Ora tocca riappropriarsi del ruolo politico che una classe dirigente degna di questo nome deve assumere e guidare la città verso un cambiamento necessario che faccia uscire finalmente Galatina dal medioevo politico nel quale da decenni si trova impantanata.