Avete il cuore di cemento se pensate che, dopo sei giorni di
navigazione su un barcone barcollante, si possano tenere chiuse le porte di una
palestra mai utilizzata se non per farci una marchetta elettorale con tanto di
gruppo elettrogeno e pavimentazione non a norma.
Avete il cuore di cemento se vi rifiutate di accogliere anche solo per poche ore chi
viene ripescato di notte in mare in un luogo appena appena caldo per una
doccia, una foto, un’identificazione (già, sono stati anche identificati).
Avete il cuore di cemento se vi mettete ad urlare alla luna
rivendicando che “l’accoglienza va fatta in altro modo” ma non indicando in che
modo voi, di notte, avreste trattato questi ragazzi (ah già, per voi sono negri
o extracomunitari ma poi piangete ricordando i vostri nonni trattati pressoché nello
stesso modo quando emigravano in cerca di lavoro).
Avete il cuore di cemento se gridate all’invasione per circa sessanta ragazzi (il numero esatto non è poi così importante) che vengono
ospitati in una struttura inutilizzata per nemmeno dodici ore e non vi
infastidisce il fatto che alcuni privati, alcune associazioni, alcuni pseudo-imprenditori
possano speculare sul business dell’accoglienza.
Avete il cuore di cemento se cercate di cavalcare l’onda
della paura, dell’ignoranza, del razzismo di chi è pronto a scagliarsi contro dei
poveracci in cerca di aiuto e poi è altrettanto pronto a genuflettersi davanti
ad una qualsiasi forma di potere costituito in attesa di sua quota-parte del “ce
mi tocca”.
bravissimo
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