sabato 31 dicembre 2016

avete il cuore di cemento

Avete il cuore di cemento se pensate che, dopo sei giorni di navigazione su un barcone barcollante, si possano tenere chiuse le porte di una palestra mai utilizzata se non per farci una marchetta elettorale con tanto di gruppo elettrogeno e pavimentazione non a norma.

Avete il cuore di cemento se vi rifiutate di accogliere anche solo per poche ore chi viene ripescato di notte in mare in un luogo appena appena caldo per una doccia, una foto, un’identificazione (già, sono stati anche identificati).

Avete il cuore di cemento se vi mettete ad urlare alla luna rivendicando che “l’accoglienza va fatta in altro modo” ma non indicando in che modo voi, di notte, avreste trattato questi ragazzi (ah già, per voi sono negri o extracomunitari ma poi piangete ricordando i vostri nonni trattati pressoché nello stesso modo quando emigravano in cerca di lavoro).

Avete il cuore di cemento se gridate all’invasione per circa sessanta ragazzi (il numero esatto non è poi così importante) che vengono ospitati in una struttura inutilizzata per nemmeno dodici ore e non vi infastidisce il fatto che alcuni privati, alcune associazioni, alcuni pseudo-imprenditori possano speculare sul business dell’accoglienza.

Avete il cuore di cemento se cercate di cavalcare l’onda della paura, dell’ignoranza, del razzismo di chi è pronto a scagliarsi contro dei poveracci in cerca di aiuto e poi è altrettanto pronto a genuflettersi davanti ad una qualsiasi forma di potere costituito in attesa di sua quota-parte del “ce mi tocca”.

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