giovedì 12 gennaio 2017

l'arte della politica col rischio del ridicolo

Collemeto - foto di Cesare Petrelli
La politica è un’arte e, come tutte le arti, è mossa dalla passione. Niente di più. Ci sono artisti che sopravvivono nella miseria ma vivono nella loro arte. E’ già qui qualcosa non torna.
Se chiedo di poter rappresentare il mio paese, è perché ne sarei onorata. E l’onore deriva dalla fiducia di chi ci vive ogni giorno, dalla speranza, dalla voglia di fare qualcosa. Di concreto. E non dalla vana fama di sedere su una poltrona, dal rendere noto il proprio nome, dal decantare lodi e glorie. Il binario è un altro. E non tardo a spiegarvi il motivo.
Cresco in un’epoca in cui gli ideali politici sono pari a zero, pertanto cerco sempre di valutare l’idea, a prescindere dal partito proponente. Ciò non giustifica alcuna forma di “voltabandieraggio”: attenzione all’intento con cui lo si fa!
Compagno amato dell’idea è il fatto. O almeno dovrebbe esserlo. Il fatto come iniziare da zero, prendere coscienza della situazione attuale e reagire, ascoltare, vedere e capire le necessità, trovare la soluzione più adeguata, sullo sfondo di quel famoso “bilanciamento di interessi” tanto caro al diritto. Il fatto come agire insieme, essere in prima linea e non impartire semplici direttive.
Nonostante le molteplici personali delusioni politiche (anche in ambito comunale), negli anni penso ancora che, da qualche parte, ci siano degli esseri strani, insomma degli alieni, che sappiano invertire la rotta. Insieme. Magari con un simpatico comandante. Continuo a credere che la politica non si fa, ma si ama fare politica; che la politica dovrebbe riempire i cuori e le coscienze e non le tasche del pantalone. Che è una missione, non una spedizione.
Chi mi dice che credo ancora nei sogni, forse sbaglia. Magari è così! Magari no! Nella scorsa primavera, sento parlare di un certo Pippi e della sua ciurma, per me gente assolutamente estranea: tanto ci avevo preso gusto che inizio a tifare per sto tipo senza neppure averlo mai visto; ne avevo sentito parlare, sì, ma niente di che. Si avvertiva, però, qualcosa di strano per le vie neretine: un entusiasmo atipico, un rumore troppo forte che stava agitando le acque. Ecco che mi appassiono a quel tipo e penso che qualcosa, allora, si può fare. Se lo si vuole veramente. Se lo si fa senza interessi alcuni. Se si chiede trasparenza e pulizia. Se lo si fa per passione. Per amore del proprio paese.
Da lì a questo momento passa poco. Perché lo stesso entusiasmo, che è il mio e quello di altre persone, c’è anche da noi. Non mi si dica, allora, che ho avuto l’occasione d’oro di salire sul carro del personaggio del momento, perché il Sindaco di Nardò è un signore (non un personaggio). Non mi si dica, allora, che lo faccio per il mio tornaconto personale: mi spiegassero quali incentivi riceverei. Non mi si dica che avrei potuto parlarne prima con altre persone, che, in qualche modo, una candidatura per me l’avremmo trovata. Non mi si dica che voglia andare contro tutti purché se ne parli. Non mi si dica, o meglio, non si dica ad altri di guardare altrove perché “è meglio così”: lasciate la libertà di decidere! Non mi si dica che lo faccio per me. Sarei disposta a fare un passo indietro se qualcun altro, al mio posto, decidesse di farsi avanti per amore della politica. Per amore. Per la politica.
“Quando il cittadino accetta che chiunque gli capiti in casa possa acquistarvi gli stessi diritti di chi l’ha costruita e ci è nato; quando i capi tollerano tutto questo per guadagnare voti e consensi in nome di una libertà che divora e corrompe ogni regola ed ordine […], così la democrazia muore: per abuso di se stessa. E prima che nel sangue, nel ridicolo”. Qualsiasi altra parola sarebbe superflua.
E’ tempo di pensare per poi reagire. Pensare ai nostri bambini, alla loro sicurezza e al gioco, il loro diritto. Pensare ai ragazzi, alla loro crescita civica e culturale, alla loro creatività. Pensare a chi vive ogni giorno a Collemeto: alle logistiche degli uffici comunali al mistero dello sportello automatico ATM all’indecente estetico benvenuto del manto stradale nel paese dimenticato. E’ tempo di pensare insieme. Per poi reagire insieme.

Cristina Dettù

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