Le forze della conservazione contro le forze del cambiamento. Questo è lo schema che si sta profilando in questa competizione elettorale. E il fatto che apparentemente, e solo apparentemente, le forze della conservazione marcino separate per colpire unite nulla toglie al loro vero obiettivo: mantenere le mani sulla città.
Leggendo i rilievi che la corte dei conti rivolge alle gestioni politiche ed amministrative passate ci si accorge che esse sono state composte dalle stesse persone che, a vario titolo, oggi si presentano come gli artefici di coalizioni per la salvezza della città, per il benessere sociale, per la salute pubblica. Salvo poi scorrere i loro nomi e rendersi conto che sono gli stessi che hanno gestito e retto le sorti del nostro comune negli ultimi vent'anni. Tutto ciò per noi ha le sembianze della conservazione, dell'immobilismo, della continuità amministrativa, sia essa di sedicente-destra o di sedicente-sinistra. Sono ricette già sperimentate, già provate, già fallite.
E poi c'è chi è rimasto fuori dalla gestione e si fa portatore di idee fuori dal coro, chi vuole cambiare il corso delle cose; prende vita una coalizione del cambiamento, civica ma non apolitica. Civica perché slegata dai partiti tradizionali, coalizione insensibile ai richiami di scuderia e agli ordini ricevuti dall'alto (anche perché un alto non c'è). Non apolitica perché le idee politiche ci sono e la rete di amministratori che già le sperimentano su diversi territori della provincia pure. Da Pippi Mellone ad Alessandro Delli Noci, da Giancarlo Erroi ad Emanuele Legittimo passando per tanti altri ancora, c'è un mondo che riprende la connessione col suo tempo e col suo territorio, rompe il tappo costituito da una classe politica autoreferenziale e prova a cambiare, se non il mondo (come si credeva che si potesse fare a quattordici anni iniziando a fare politica), almeno quella parte di mondo di sua competenza... quella parte di mondo che amano proprio perché non piace (come diceva Borsellino) ma per la quale sono disposti a sacrificare una parte di loro. Fuori dalle solite logiche, fuori dai soliti metodi, fuori dalle solite coalizioni della conservazione. Senza il mito della vittoria a tutti i costi; perché la vittoria non è il fine ultimo dell'azione politica ma solo un mezzo per poter cambiare davvero questa nostra bellissima e disgraziata terra. E per essere in grado di farlo, tocca vincere sì, ma non a tutti i costi e non con compagni di viaggio qualunque. E' necessario costruire una alternativa credibile non tanto e non solo rispetto alle ultime amministrazioni cittadine ma ad un'intera classe dirigente che ha dominato più che governato in lungo e in largo in questi ultimi decenni. E' necessario uscire dalla logica dell'amico e del favore per entrare in quella del "che città immaginiamo per i nostri figli?". E' necessario, in una sola parola, Andare Oltre, scegliere uomini liberi come Marcello Amante e i candidati delle sue liste, rompere definitivamente con un passato fallimentare!
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