sabato 22 aprile 2017

ragazzi, dimenticato orgoglio galatinese

Insediamento del Consiglio Comunale Baby
In questo periodo in cui tutto sembra essere immobilizzato dalla paura del domani, dalla paura di tanti punti interrogativi che generano, conseguentemente, la paura delle relative risposte, dalla paura di affrontare le difficoltà, preferendo eludere l’ostacolo, aggirandolo, piuttosto che saltarlo per andare oltre, c’è chi vive di quelle paure come fosse linfa di un intero sistema e c’è chi sarebbe disposto ad osare pur di guardare i propri ostacoli dall’alto in basso.
Sono i ragazzi della nostra città. E i ragazzi, per loro natura, sono liberi, scevri da ogni logica di mercato, da ogni strategia politica o compromesso personale. Sono pronti ad andare oltre ogni confine, a comprendere ciò che i loro occhi osservano e a darne un senso logico. Hanno il coraggio di esporsi perché nulla vale di più dei loro pensieri, dei sogni con un pallone tra le gambe o di quelli con una chitarra in mano. Nulla vale di più della loro curiosità, il motore dell’agire concreto.
Forse, però, questo non è un mondo per giovani. Forse, però, questa non è una città per ragazzi… che chiedono ma a cui nessuno risponde. Chi conosce, infatti, le esigenze dei ragazzi se non loro stessi?
Andiamo a prenderceli, allora, insabbiati come sono dell’indifferenza degli adulti (anagraficamente parlando!), dalla morìa delle istituzioni e di un’amministrazione intera che, da alcune legislature, ha deciso inspiegabilmente di fare da sé.
È il 2000 quando molte città, tra cui Galatina, decidono di vestire i panni di una città “a misura di ragazzo”. Viene istituito il primo consiglio comunale baby, con sindaco e consiglieri al seguito: età media 13 anni. Tale consiglio rappresenta la dimostrazione più evidente che è possibile accompagnare mano nella mano la curiosità dei ragazzi, impegnandosi ad educarli ad accogliere, domani, i bambini di oggi.
La presenza dei ragazzi nell’aula consigliare del Comune di Galatina è l’immagine più bella di questa città, perché ha fotografato il legame tra l’amministrazione ed il futuro della sua città. Ascoltare voci timide e chiare mentre discutono di lavori pubblici, scuola e sport (tra le altre) rappresenta il punto massimo di una città che è riuscita a coordinare, in una sinfonia perfetta, politica, amministrazione, istituiti scolastici e sentimenti. Quelli dei ragazzi.
È opportuno precisare che non si è trattato di un semplice esercizio di stile, di una boutade elettorale, di una trovata fine a se stessa.
Infatti, seppur con i dovuti distinguo, anche le attività del Consiglio e della Giunta “baby” hanno avuto dei profili “politici”: ci si è riuniti, si è discusso, ci si è confrontati su ciò che si sarebbe dovuto e potuto realizzare per Galatina.
Ognuno con le proprie idee, sicuramente immature ed acerbe, forse troppo sognanti, ma sicuramente libere da tutti quei costrutti mentali che l’età e la “maturità” costruiscono nostro malgrado.
Tutto questo è stato. Un tempo. E ora non lo è più!
È un obbligo morale e politico, quindi, ricostruire questo legame, per non lasciare che la nuova generazione si senta avulsa dalla propria città.
Impariamo ad ascoltare nuovamente i nostri ragazzi, ricominciamo a capire che da loro si impara.
Perché quando si cammina mano nella mano, in fondo, lo si fa vicino e nella stessa direzione. E camminando al fianco dei più giovani l’unica direzione possibile è il futuro.
Ora, un consiglio: che si rileggano queste parole dal principio, consapevoli, però, che nascono proprio dalle mani di chi ha rivestito quella carica di Consigliera e di Sindaco dei ragazzi, in un’epoca di puro orgoglio galatinese.

Cristina Dettù
Gabriele Giaccari

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