giovedì 26 aprile 2018

sul testamento biologico/3

Continua il dibattito sul testamento biologico sul nostro blog. Ad intervenire è Edoardo Mauro.

"Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l’amico che ti delude"

Io amo la vita, Presidente. Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l’amico che ti delude. Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso – morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita – è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche […] Se fossi svizzero, belga o olandese potrei sottrarmi a questo oltraggio estremo ma sono italiano e qui non c’è pietà.” Dopo più di dieci anni da questa lettera di Piergiorgio Welby indirizzata al presidente Giorgio Napolitano e dopo i casi mediaticamente impattanti sulle nostre quotidianità di Eluana Englaro e Dj Fabo, la discussione culturale, sociale e politica sul tema dell’eutanasia e del testamento biologico ha trovato come riposta il 14 dicembre 2017 è stata approvata in via definitiva al Senato, con 180 voti favorevoli, 71 contrari e 6 astenuti, la legge sul biotestamento (legge 22 dicembre n.219 entrata ufficialmente in vigore il 31 gennaio 2018).
Sono cresciuto secondo educazione cattolica e con coscienza ho accettato, nel corso degli anni, i precetti e la parola di Dio. Allo stesso tempo coltivo uno spirito liberale, sono uno strenuo sostenitore della pluralità intellettuale e della capacità che in ognuno di noi autodeterminarsi per rendere la vita un posto meraviglioso in cui sentirsi e sentire.
Da questo connubio in cui oggi mi trovo, affronto il tema dell’eutanasia e del biotestamento con grande travaglio interiore e grande paura. Come posso augurare il buio della morte, io che ho accettato la Parola di Luce? Come posso accettare imposizioni terapeutiche, io che difendo l’inviolabile libertà della vita?
Il bivio in cui mi trovo è drammatico e la paura di esprimersi è forte. Inoltre, non mi sento di giudicare delle situazioni in cui, per fortuna o grazie a Dio, non mi sono mai trovato. Scegliere nell'unica scelta senza ritorno, pieni di incertezze e paure e nella consapevolezza di solcare mari e dinamiche molto più grandi di noi. Invidio anche io, come il mio amico Gabriele, “coloro che sono convinti che “i tubi vadano staccati” come invidio chi difende il bene vita fino all'ultimo naturale anelito.”
Io, però, posso avere dubbi. Lo Stato no. Uno Stato democratico, di diritto e libero deve consentire ad ogni individuo di tutelare e affermare la propria dignità all'interno delle proprie istituzioni. Uno Stato deve anteporre ad ogni qualsiasi elucubrazione intellettuale, politica e culturale la possibilità di sentirsi liberi all'interno del proprio corpo.
Ma sono contrario alla mercificazione politica che è stata fatta su questo tema. L’approvazione della legge in fretta e furia a fine legislatura, le numerose perplessità sorte in seno ad un testo di legge non impeccabile (molti dubbi in merito ai medici obiettori e alla presunta discriminazione dei minori e degli incapaci di intendere e volere) mi porta pensare che questa legge sia stata voluta anche se non pienamente ponderata ed analizzata. Una legge con funzione elettorale, anche se poi rivelata inutile ai fini delle politiche del 4 Marzo visto il risultato del Pd.
Si trattava di un’occasione per rendere questo Paese più civile ed eticamente all'avanguardia e per questo sarebbe stato bello vedere l’esigenza politica a disposizione di quella degli altri. Andrà meglio la prossima volta.
Edoardo Mauro


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