Dicevo, noi non siamo subalterni. Dissentiamo, ci confrontiamo, discutiamo. Su tutto. Pippi ha fatto un percorso importante. Che lo ha portato, un anno fa, appunto, a vincere le elezioni amministrative nella sua Nardò, contro sia la destra che la sinistra al primo turno e contro la destra e la sinistra coalizzate al ballottaggio. Ha deciso, candidandosi a sindaco, di mandare in pensione il vecchio modo di fare politica, di andare oltre i vecchi partiti e ha realizzato l'impresa di battere tutto e tutti. Nonostante questo, manteniamo una meravigliosa autonomia che è la natura stessa del progetto Andare Oltre che ci caratterizza a Lecce, come a Galatina, Galatone, Nardò e ovunque nasca un nostro circolo.
La differenza tra noi e chi, per anni, ha visto imporsi candidature da altri paesi della provincia, divenuti il triste emblema dell'imposizione dall'alto, sta proprio in questo. I percorsi con Nardò sono comuni, ma paralleli. Pippi, in fase di costituzione del nostro progetto, non ha mai detto una sola parola su cosa fare o non fare. Lo ha espresso pubblicamente negli incontri in piazza o nelle sedi e ce lo diceva nelle nostre riunioni. Anzi, scherzando, nella sua sana follia, quella stessa follia che lo ha portato a realizzare la rivoluzione di cui tutti, oggi, parlano e a cui tutti, a parole, si ispirano, aveva suggerito che fosse Pierantonio a candidarsi sindaco di Galatina. Sarebbe stata una battaglia molto divertente, molto ideologica, sulla falsa riga di quella che sta conducendo Roberta Forte che, a livello etico, se la sta giocando egregiamente, ma avrebbe avuto due contro indicazioni forti (al di là del discorso quorum). Sarebbe cresciuto, probabilmente, durante questo tipo di campagna elettorale, solo uno e non tutto il gruppo, come sta avvenendo ora, e questo lo sapevamo e non lo volevamo né potevamo permettere; non avremmo trovato quelle persone, prima ancora che liste civiche, a noi affini con le quali stiamo creando un progetto comune.
Detto questo a Galatina la nostra battaglia è molto difficile. Contro abbiamo due, o forse anche più, corazzate. Nettamente più strutturate di noi. Noi, però, ce ne stiamo accorgendo in questi giorni, abbiamo dalla nostra la credibilità, come ha affermato più volte Marcello. La credibilità di chi può realizzare quello che dice. La credibilità di non fare promesse pompose ma irrealizzabili, la credibilità di stilare un programma scritto da tutti, responsabili di lista, candidati, simpatizzanti, e attuabile dal primo all'ultimo punto. E gli elettori lo sanno. Perché conoscono chi ha già governato e chi no, conoscono quali sono i problemi di Galatina, e chi ha già fallito nel provare a risolverli, ove non ne sia stato la causa stessa del problema.
Gli elettori sono anche delusi e spesso decidono di non andare a votare. È una strada che io ho percorso in qualche occasione. Rendendomi conto, mentre lo facevo, che non serviva a niente. Se non a farti sentire più pulito e sopra le parti. Col tempo capisci però che, forse, avresti dovuto sforzarti per trovare il meno peggio su quella maledetta scheda. Perché se è vero che con un segno sulla scheda non cambi il mondo è anche vero che non votando ottieni l’esatto contrario di ciò che vuoi. Rimani sì pulito, fuori dai giochi di potere e di palazzo, però finisci rinforzando, numeri alla mano, proprio chi quella sfiducia te l’ha messa in testa. Rinforzi le coalizioni che, governando e dando prova di incapacità, ti hanno allontanato dalla politica e dalle scelte che riguardano tutti. Tutti!
Ora la domanda è: “volete non votare?” Ci sta. Per carità. Però non fatelo, se potete. Andate oltre. Fate un altro ragionamento. Andate a guardare le ultime amministrazioni. Individuate dove sono collocati quelli che hanno già governato, facendovi nascere questa sfiducia. Escludete, mentalmente, quelle coalizioni dalla vostra scelta. Andate per esclusione appunto. Rimarranno delle coalizioni che non hanno al loro interno i responsabili dell’attuale situazione di Galatina. Scegliete tra loro, fate come volete, tirate anche a sorte e date la preferenza a una di queste oppure, meglio, affidatevi a quella più credibile.
Marco De Matteis
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