Proviamo a fare un gioco insieme: sapete dirmi qual è quel periodo dell’anno in cui la maggior parte di coloro che ci circondano sembra essere più buona, disponibile e pronta ad aiutarci (o finge spudoratamente di esserlo), dove i buoni propositi di molti si sprecano e gli abbracci inaspettati sono più falsi di un bacio di Giuda? Se avete pensato al Natale, vi siete sbagliati. Lo so che vi ho tratto in inganno, ma è solo un’apparenza. Se mi fossi riferito al Natale, avrei incluso anche me, senza riferirmi soltanto ad altri. La risposta esatta dell’indovinello è: la Campagna Elettorale.
Complimenti a chi ha risposto immediatamente!!! Si vede che ha un ottimo trascorso, sia dal lato attivo (poco) che dal lato passivo (molto ed in tutti i sensi) di campagne elettorali. Ahimè (o fortunatamente) da qualche mese vivo a Roma ma, in un modo o nell’altro, ho il privilegio di riuscire ad informarmi di quanto sta accadendo nella nostra amata Galatina.
So che c’è molto fermento in giro: tra accordi raggiunti, accordi sperati, accordi mancati, riunioni fiume e toto-nomi sembra di vivere in un avvincente romanzo thriller-politico. C’è chi addirittura, vestiti i panni del supereroe (con tanto di mutandone ascellare sopra la calzamaglia), ha lanciato un progetto politico per Galatina da remoto. [Forse, su questo argomento, ritornerò a parlare in un secondo momento]. Come al solito, noi galatinesi non ci facciamo mancare nulla.
Proprio a causa della mia forzata lontananza da casa, non mi sento autorizzato a entrare nel già affollato calderone della campagna elettorale ed a parlare di ciò che serve o non serve a Galatina. Finirei per fare la solita meschina figura di quelli che, pur non combattendo giorno dopo giorno con le problematiche cittadine, pensano e dicono: “concittadini, è arrivato il salvatore della patria con le idee più brillanti di sempre!”. Mi permetto soltanto di lanciare una proposta, provocatoria, che vada a regolare in un primo momento la campagna elettorale e, successivamente, il modo di operare della prossima classe politica dirigente di Galatina. Nessun fantomatico programma, quindi, ma solo una semplice modifica delle regole del gioco.
Appurato che il leitmotiv di questi ultimi anni è la parola “cambiamento” unita alle parole “contro la casta”, perché non ci impegniamo, tutti quanti, a far compiere ai futuri candidati un passo verso il cambiamento del modo di agire che ha sempre caratterizzato la realtà politica locale?
L’operazione è quanto di più semplice si possa realizzare: si predispone un “impegno etico”, contenente un semplice ed unico obbligo per i sottoscrittori, e lo si fa firmare, in un primo momento, da tutti i candidati alle prossime elezioni, sia al ruolo di sindaco che al ruolo di consigliere e, in un secondo momento, anche da coloro i quali, se non precedentemente candidati, andranno a ricoprire la carica di assessore.
Non mi sembra necessario parlare di “codice etico” perché ritengo, in cuor mio, che i vari obblighi di decoro, onestà, probità, correttezza ed impegno costante dovrebbero essere naturalmente insiti nell’animo di chi ricopre ogni carica pubblica e, in particolar modo, quella politica.
Ho, invece, preferito usare l’espressione “impegno etico” perché mi piacerebbe che i soggetti di cui sopra firmino l’obbligo (ahimè solo morale) di non cedere alla tentazione di sistemare la propria famiglia, ufficiale o ufficiosa, sfruttando il ruolo istituzionale ricoperto come impegno assunto davanti alla cittadinanza tutta a costo di giocarsi la reputazione e l’onorabilità.
È ora di andare oltre al solito teatrino dove i vari pupi, investiti di pubblico incarico, si sfidano per chi deve collocare per primo il rispettivo parentado. È arrivato il momento di distruggere questo impolverato palcoscenico e tutto ciò che lo circonda per far entrare nuova luce che guidi al cambiamento.
Sono ben conscio che un simile impegno, seppur sottoscritto da tutti, ha la stessa importanza del due di denari con briscola a bastoni. Nessuno potrà appellarsi a tale “impegno etico” per opporsi ed impedire, efficacemente, una condotta allo stesso contraria. E ciò potrebbe costituire un motivo in più per tutti i candidati a sottoscriverlo, in quanto certi di potersela cavare impunemente.
Ma resterà comunque indelebile quell’onta, grave ed incancellabile, sulla figura politica di chi dovesse disattendere l’”impegno etico” una volta sottoscritto. Specialmente se ha professato di rappresentare il cambiamento. Specialmente se dice di avere a cuore le sorti di Galatina. Specialmente se ha abusato della buona fede degli elettori.
Ora, proviamo a fare un altro gioco tutti insieme: chi è disposto a firmare questo “impegno etico” e, soprattutto, a rispettarlo?
Gabriele Giaccari
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