Gent. mo Gabriele,
ho letto il tuo post http://andareoltre-galatina.blogspot.it/2016/03/su-quelli-che-benpensano.html: premesso che ho assoluto rispetto delle opinioni altrui anche quando non le condivido, mi sento in dovere esprimere il mio pensiero sull'argomento.
Sono assolutamente d'accordo che un ampliamento di diritti sia un fatto di per sé positivo, anche se l'Italia è un popolo di persone molto fantasiose che, molto spesso, per sbarcare il lunario, si "infilano" nel riconoscimento di diritti rivolti a determinate situazioni per trarne un personale profitto a scapito di tutto il resto dei cittadini (vedi pensioni di invalidità, riconosciute a persone svantaggiate che sono state capaci di rendere vedenti ciechi, persone in buona salute zoppe, depresse, ecc.. solo per citare un esempio, ma ne possiamo ritrovare a decine nella vita di ogni giorno).
Ma comunque sono d'accordo che ampliare i diritti sia sempre meglio che contrarli o lasciarli immutati. A prescidere.
Non mi è piaciuto il punto di vista che hai espresso sul gentil sesso che, a tuo dire, si sarebbe schierato contro l'ex-DDL Cirinnà.
Per prima cosa credo che ognuno, come ho sopra riferito, abbia diritto di esprimere la propria idea liberamente senza dover esser giudicato .
Se le donne, come affermi, "... Proprio voi che siete state, e forse lo siete ancora, considerate il fanalino di coda, ....... volete bloccare un processo di ammodernamento del nostro Paese?
Come fate a difendere quell’ idea di famiglia tradizionale che per secoli vi ha trattato come scarti idonei soltanto a cucinare, pulire e sfornare figli? Avete paura della pratica dell’utero in affitto?" e ancora:" ...... Voi, che per anni siete state considerate degli uteri, non in affitto, ma di proprietà prima del padre padrone, .......... siete forse gelose del mutamento del titolo contrattuale..." sono state o "forse lo sono ancora" fanalini di coda della società,scarti idonei soltanto a cucinare, pulire e sfornare figli, ecc ecc, forse e dico forse è stato a causa di qualche "grande uomo" capace di ammodernare il paese e di guardare al futuro.
Personalmente, dall'alto dei miei 50 anni ti posso dire di essere nata e cresciuta in un contesto assolutamente sereno, non sono mai stata il fanalino di coda di nessuno e nemmeno uno "scarto" o un "utero di proprietà di qualcuno", se non di me stessa.
Per quanto riguarda coloro che per scelta di vita o professionale hanno deciso di non crearsi una famiglia ti posso solo dire che, a mio parere, ciò non gli vieta di esprimere la propria opinione a riguardo. Sul tuo terzo elemento di riflessione non so che dirti, visto che, come te, io non provo alcun sentimento negativo verso gli omosessuali,li rispetto come qualunque altra persona, ho tanti amici che lo sono e non c'è nemmeno bisogno di dire che devono avere gli stessi diritti delle coppie eterosessuali, è ovvio.
E ancora voglio precisare in merito al tuo riferimento all'invettiva che Dante fa nel 6^ canto del Purgatorio, dopo aver incontrato Sordello da Goito, grande scrittore italiano del Duecento, dapprima contro l’Italia del suo tempo, dilaniata da lotte intestine, nido di corruzione e di decadenza, contraria ad ogni disciplina e ad ogni legge, poi contro Firenze, la città nativa che lo ha ripudiato costringendolo all’esilio, rappresentando una società in cui sono banditi i supremi ideali dell’ordinato vivere civile, mi viene da chiedermi se l’Italia da allora è veramente cambiata, ma di certo io non sono tra quelli che ammirano "con tanta invidia il resto dell'Europa".
Infine, sull'astio del marito fedifrago che se la fa con il trans, mi da un'immagine talmente triste che non mi sento neanche di commentare e per me sarebbe la stessa cosa se l' "infedele" se la facesse con una "mignotta" o con chiunque altra/o e non con un trans; anzi, questa distinzione da te operata mi fa pensare all'esistenza di un pensiero discriminante: un infedele è un infedele. Sempre e comunque.
Carla Casolari
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