Dopo numerosissimi e mielosissimi articoli che intasano i giornali, le televisioni ed il web, ho avuto il piacere di leggere un’interessantissima riflessione sul tema delle Unioni Civili (e della sua epopea sociale, politica e demagogica di queste settimane) del mio amico Gabriele Giaccari, sul blog della neonata associazione galatinese “Andare Oltre” (http://andareoltre-galatina.blogspot.it/2016/03/su-quelli-che-benpensano.html).
Gabriele, ragazzo concreto e sincero, parla guardando dritta negli occhi, quella che Crozza chiamava nel suo programma “Italialand”: un paese, un teatrino, un parco delle meraviglie, dove le ipocrisie e lo squallore civico dei suoi abitanti sono cibo quotidiano. In una società imbottita di sì o no, di scelte ed opinioni prive di confronto dialettico o ragionato, assisto giornalmente ad esecuzioni pubbliche, ad una caccia alle streghe (al compagno ed al fascista, al bigotto e al frocio, al terrone ed al padano e potrei continuare ad elencare dicotomie all’infinito) che ci classifica come retrogradi e figli minchioni di una società globale nata da principi fondamentali come il dialogo, il rispetto e libertà di pensiero.
Ora, tornando al tema urlato e scimmiottato dall’ opinione pubblica e dalla politica in queste settimane, l’articolo di Gabriele ci sbatte in faccia (anche a uomini come me che si considerano sostenitori di un pensiero cattolico tradizionale) la fotografia di un’Italia che deve fare i conti con le ipocrisie e le bugie che si racconta da sola.
Parlare ancora oggi di omosessualità (e lo dico da Destro convinto), è il vero scandalo: nella patria di “Uomini e Donne”, dove l’amore è frutto di telecamere e del parere di Maria De Filippi, un amore vero, una complicità incondizionata e sincera, è merce che si pagherebbe più dei diamanti. E me ne fotto che sia etero o omosessuale.
Inoltre, alcune tra le più belle pagine d’amore della letteratura mondiale, dalle poesie di Saffo fino ad alcuni passi di romanzi come “Memorie di Adriano” della Yourcenar, ci insegnano come l’amore omosessuale è un sentimento sincero e radicato sin dall’antichità: fa parte dei comportamenti umani, un’espressione della nostra intricatissima psiche, e quindi sentimento tutt’altro che innaturale o sacrilego. Può essere condiviso o meno, ci può piacere oppure no, ma non possiamo certo biasimare o emarginare chi ama qualcuno del suo stesso sesso.
Spero, però, di non essere accusato di cameratismo o di bigottismo se racconto la mia versione sul tema dell’utero in affitto.
Il caso Vendola e del suo bambino “costruito” tra le mura di un laboratorio californiano, mi lascia altamente perplesso: siamo sicuri che varcare la soglia del confine tra Etica e Desiderio sia giusto?
L’uomo è un “affittuario” della vita, non legittimo proprietario di questo meraviglioso e misterioso spettacolo datoci in comodato d’uso dalla Natura: chi ci autorizza ad appropriarcene e ad utilizzarlo secondo il nostro egoismo, che sia amore oppure no? Non siamo in grado di scegliere tra cosa è giusto o sbagliato, ma ci riteniamo legittimati a creare una vita con le provette?
L’amore per un figlio, la volontà di crescerlo con tutto l’affetto che spero l’ex governatore della Puglia ed il suo compagno potranno dare a questa creatura, non può, secondo me, essere visto come argomentazione valida all’ interno di un tema esistenziale come quello della Vita, un luogo dove le domande sono moltissime e le risposte miseramente scarse. Ed il progresso, nonostante abbia fatto sul cammino dell’uomo enormi passi avanti, non può fornirci ancora risposte definite e sufficienti per sentirci liberi di sentenziare sulle nostre esistenze, dandoci il potere di plasmare a nostra immagine e volontà la nascita di un figlio.
Sentiamoci liberi e cerchiamo di esserlo, ma non dimentichiamo che un dono non lo potremmo mai scegliere. Altrimenti non sarebbe più un qualcosa di inaspettato e straordinario, ma un premio di consolazione per il nostro egoismo di piccoli uomini.
Edoardo Mauro
Parole sante, i figli sono un "miracolo" della natura, non una contrattazione commerciale internazionale.
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