venerdì 16 agosto 2019

Fenomenologia di una leadership-followship populista


Riceviamo dall'amico Vittorio Aldo Cioffi e volentieri pubblichiamo questa sua riflessione sulla situazione politica nazionale relativa alla fine del Governo Conte attraverso una lettura della fenomenologia di Salvini. Il riferimento alla definizione di Salvini "Truce" è presa in prestito dal giornale diretto da Claudio Cerasa "Il Foglio" che tra il serio e l'ironico gioca con la parola truce per definire alcuni comportamenti del Ministro dell'Interno e, soprattutto, per prenderne le distanza. E' di poco fa anche la sottoscrizione de Il Foglio per una destra de-salvinizzata che sta raccogliendo una serie di consensi nell'area del liberalismo italiano. Specifichiamo ciò, non per prendere parte a tali iniziative ma per meglio definire la posizione del giornale a cui si fa riferimento in questo post. Buona lettura.

La fenomenologia di Salvini detto il Truce è oggi al centro della politica italiana. La crisi di questi giorni segna la fine del governo populista, quello del non cambiamento e della crescita zero. Il Truce fa e disfa i governi a seconda delle sue convenienze politiche. E ora la sua spregiudicatezza si sta scontrando con le dinamiche della democrazia parlamentare. Per carità, tutti i politici prima di lui hanno fatto così ma in questo specifico caso il Truce dice di farlo su richiesta del popolo. Lui si muove perché è il popolo a volerlo. Infatti ora il popolo del Papeete Beach chiede a gran voce le elezioni, peccato che il popolo chiedeva le elezioni anche un anno fa quando il Truce decise di spaccare il centrodestra per allearsi con i nuovi statisti grillini con il solo scopo di crescere elettoralmente e mettere in mostra il suo profilo di leader populista che ama mostrarsi raggiungibile dal suo elettorato. Che ama dimostrarsi autentico e uguale al popolo, perché parte del popolo.
Se Berlusconi a metà anni novanta aveva inaugurato una leadership popolar-populista “buona” che rappresentava un modello in cui l’elettorato voleva riconoscersi, con Salvini è il leader (o forse più correttamente follower) a voler dimostrare di essere come l’elettore e ad annullare le differenze tra politico e cittadino. Come ha affermato il Direttore de Il Foglio qualche giorno fa durante la trasmissione In Onda su La7, si può distinguere tra leadership (colui che guida il popolo, che conduce direi) e followship (colui che segue, che percepisce gli umori della piazza e ne asseconda gli istinti, anche quelli più beceri). La seconda accezione è chiaramente attribuibile a Salvini (che proprio Cerasa chiama “Truce” ogni giorno sulle pagine de Il Foglio e noi siamo affezionati a tale nomignolo).
Claudio Cesara - direttore de "Il Foglio"
Ed è proprio da qui che si spiega la capacità di Salvini di interpretare le paure dei cittadini, ad esempio in merito al pericolo dell’immigrazione non controllata. Il Truce, come ogni buon populista, è bravo a riconoscere i problemi e a fomentarli ma non a risolverli. Per l’appunto il Truce Ministro degli Interni ha fatto chiasso sulla chiusura dei porti e sulle ONG ma non ha assolutamente risolto il problema immigrazione. Non ha concluso nessun accordo internazionale con gli stati africani per limitarla. Non si è mai presentato ad una riunione sul tema con i suoi pari presso l’Unione Europea. Ha solo gridato. Aizzato gli animi. Fomentato. E non ha risolto un bel niente. Mentre bloccava navi come la famosa Diciotti, in silenzio dall’altra parte della costa italica sbarcavano altre navi cariche di clandestini. Ma l’opinione pubblica pensava solo alla Diciotti. Insomma, il populista alla Salvini pensa solo alla propaganda e poco ai fatti reali.
Oggi però fa breccia nell’elettorato italiano. Ed è anche giusto così, vista l’assenza di una destra moderna e di un’opposizione strutturata e convincente. Ma presto si sgonfierà e forse solo dopo ritornerà la politica vera con la P maiuscola, quella che trova soluzioni ai problemi. Noi ce lo auguriamo.
Vittorio Aldo Cioffi

Nessun commento:

Posta un commento