giovedì 12 ottobre 2017

scegliere è anche farsi scegliere

Verso i 17 anni credevo di essere comunista. Le lotte studentesche, l’occupazione scolastica del ‘93, i cortei con la kefiah al collo, mi diedero l’illusione di sapere esattamente cosa volessi e per quali ideali battermi. Non tardai però a scoprirmi più vicina a concetti di destra, talvolta anche estrema, passando per una fase “radicale” dovuta probabilmente anche al grande fascino esercitato da politici liberali molto attivi in quegli anni, Emma Bonino e Marco Pannella. In famiglia i riferimenti erano destabilizzanti, avendo un nonno che benediceva i tempi mussoliniani e l’altro che, raccontando la sua seconda guerra mondiale, alzava il pugno chiuso della resistenza! In ogni caso, nonostante la mia indole, i principi che un po’ qua e un po’ là condividevo e la voglia di capire “da che parte stare”, lasciai che la mia vita non venisse influenzata dalle tendenze politiche e dalle amicizie del momento, cercando invece di comprendere, attraverso una selezione naturale dettata dalle esperienze personali, che posto avrei avuto nel mondo. Oggi, alla soglia dei 40 anni, sebbene non sia ancora certa del mio “posto nel mondo” qualche idea me la son fatta. So per certo che la politica non è un dato oggettivo, e che tutto è sovvertibile. Destra e sinistra non sono più delineate come la storia ci insegna, essendo di fatto contaminate da inciuci e schifosi espedienti talmente grandi che i principi morali su cui quel movimento stesso fu fondato, passano sicuramente in secondo piano. Basti guardare il circo parlamentare a cui tutti noi assistiamo quotidianamente, per capire che nessun “politico” sceglie e difende un concetto per pura “fedeltà all’ideale”, ma è tutta una grande ipocrita famiglia di cani rabbiosi che alla fine della fiera, non si mordono mai fra di loro ma si pattano il bottino rifilandoci una brodaglia di osceni compromessi. Mi sento allora di poter affermare che tuttalpiù si può avere un orientamento appena più affine alla destra o alla sinistra, o almeno a quei dogmi a cui l’immaginario collettivo è abituato, ma nulla di realmente definito. Con questa prefazione quasi pittoresca, ho deciso di ANDARE OLTRE, oltre le apparenze, oltre i pregiudizi, oltre le banalità e oltre ogni sfida. Qualcuno mi ha chiesto “perché” e in verità la risposta è davvero semplice. Non sento il bisogno di dare una connotazione partitica alla mia scelta ma, l’insieme di obiettivi che questa comunità militante persegue, nel complesso, oggi rappresenta quel programma di intenti che mi porta inevitabilmente ad una sola parola: speranza. La speranza che si possa ancora “risorgere” e nel nostro piccolo fare qualcosa di grande, senza fermarsi davanti alla forma, né allo strascico di un preconcetto, del fanatismo più becero e di una chiusura mentale che ci renderebbe ciechi dinanzi ad un potenziale raggiungibile traguardo. Ho scelto di far parte di un progetto in cui credo, senza voltarmi indietro, senza remore e senza indugio, ma con l’ardore nel cuore di chi non si arrende ai tranelli della politica, ma vuole lottare per lasciare in eredità un mondo migliore.

#andareoltre #aloha #nessunosisalvadasolo #ciaolota

Lilia Maffei

Nessun commento:

Posta un commento