Decoro come “dignità che nell’aspetto, nei modi, nell’agire, è conveniente alla condizione sociale di una persona o di una categoria”. Così parla la Treccani. Il Polo Civico mette al centro del proprio programma elettorale il dovere morale di occuparsi di quegli angoli di città insiti, per loro natura, di assoluto decoro ma che, a causa della negligenza e della pigrizia di chi c’è stato, si trovano in una condizione di assoluto degrado.
Il decoro di una città risiede nei suoi spazi di bellezza. Aristotele diceva che “la bellezza è la migliore lettera di raccomandazione”. Il nostro dovere da cittadini consiste proprio nel lasciare alle prossime generazioni una città che sia Venere.
La città di Galatina e le sue frazioni sono cariche di un patrimonio artistico-culturale di grande importanza, che delinea la storia locale e quella di tutto il territorio salentino, tale da attirare turisti provenienti da ogni parte del mondo.
Non si tratta, ora, di tracciare un elenco puramente mnemonico delle strutture artistiche (chiese, palazzi, masserie, musei, biblioteche…) a nostra disposizione. E’ tempo di fare un passo in avanti e procedere alla valorizzazione di ogni singolo pezzo della città che trasudi odore di storia e di storia dell’arte. Concretamente, sarà necessario un confronto diretto con chi mastica ogni giorno il tema del patrimonio artistico con cui collaborare ad un riordino e ad una rivalutazione globale di esso. L’obiettivo è quello di avanzare, gradualmente, verso la realizzazione e successiva approvazione di progetti in grado di valorizzare il tesoro culturale, provvedendo alla creazione e all’incremento dei servizi messi a disposizione dall’Amministrazione o da parte di associazioni di categoria, con particolare riguardo al pubblico e, soprattutto, ai turisti. In tale prospettiva, uno degli obiettivi del Polo Civico risiede nell’istituzionalizzazione di manifestazioni culturali in grado di coinvolgere tutto il territorio e raccordarle con altre già esistenti in modo da creare sinergie anche con realtà comunali limitrofe.
Se è vero che Galatina custodisce bellezze senza fiato, quali la Basilica di S. Caterina d’Alessandria o la Chiesa Madre, non si può negare, che nel loro piccolo, anche le sue frazioni nascondono angoli colmi di storia mista a puro fascino, mistero, malinconia. Bisogna, tuttavia, iniziare ad avere una visione globale del territorio galatinese, perché se a Lecce si inizia a parlare di città metropolitana in un’ottica ampia di unione fra i comuni limitrofi, da noi permane la sarcastica, retrograda e vana espressione “ma vui siti de Culumitu…”: la colpa di tutto questo è solo nostra! E’ bene, allora, avanzare proposte di percorsi artistico-culturali ben strutturati, ma dobbiamo essere noi a pretendere, nell’interesse di tutti, che tali progetti si sviluppino e abbiano un legame ben stretto anche con le frazioni, con iniziative precise e mirate. La precarietà economica delle casse comunali, tuttavia, ci obbliga a procedere lentamente, ma sono dell’idea walt - disneyana che “se puoi sognarlo, puoi farlo”: l’Unione europea così come il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo come anche enti e/o società private mettono a disposizione dei finanziamenti volti ad incentivare l’avvio di progetti che, poi, siano in grado, nel tempo, di camminare da soli. È un lavoro che tocca anche quegli spazi urbani dismessi o vuoti, cortili, edifici, siti industriali, aree abbandonate o sottoutilizzate, punti morti di questa città: la necessità di rigenerare tali spazi da condividere, generando in tal modo un impatto sociale positivo con processi di collaborazione e co-progettazione tra cittadini, istituzioni pubbliche, organizzazioni private e società, molto spesso promotrici di finanziamenti di tal genere.
Interessante (e commercialmente strategico) sarebbe proporre, tra l’altro, lo sviluppo di un percorso enogastronomico che coinvolga tutte le strutture ricettive del nostro territorio, trattorie, ristoranti e masserie in cui ammirare e poi assaporare i sapori della cucina locale. E, quindi, non lasciamo andare via il pullman di turisti arrivati da Canicattì che, all’ora di pranzo, raggiungono qualche agriturismo, che non è mai uno dei “nostri” agriturismi. Di conseguenza, a perderci è tutta la città: commercianti, pasticcierie, bar…chiunque!
Per realizzare tutto questo sarà necessario intervenire anche sui canali di informazione e servizi rivolti ai turisti, attraverso la creazione di siti web aggiornati costantemente e la progettazione di un’app per smartphone di facile utilizzo che si occupi di tutto ciò che riguardi patrimonio culturale, turismo e strutture ricettive connesse.
Di certo, molti urleranno allo scandalo che ci si stia occupando di “patrimonio artistico” piuttosto che di questioni che, secondo il sentire comune, sarebbero di primaria importanza. A mio avviso, il decoro rappresenta la spina dorsale di una città, ciò che appare superfluo ma che, in realtà, racchiude il cuore della nostra identità, di quel senso di appartenenza nato prima di qualsiasi istituzione. Non a caso, è la stessa Costituzione a ricordare, in uno dei suoi primi articoli, che “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. La serietà e l’impegno nel non deludere la madre di tutte le leggi.
Cristina Dettù
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