La verità è che delle cose importanti non ce ne frega nulla. Non amiamo informarci sulle cose serie ma siamo preparatissimi sulle love stories di Belen, sui tatuaggi di Fedez, sulle vicende amorose dei cronisti e sulle interessantissime “bombe” di calciomercato.
È inutile, quindi, che postiamo su Facebook immagini del nostro splendido mare con il commento “#nofilter”, oppure ri-postiamo immagini con su scritto un volgare e sessista “trivella tua sorella”, oppure diffondiamo manifesti che esortano ad andare a votare per il “Sì” al prossimo referendum. Perché, se guardassimo onestamente dentro di noi, scopriremmo che:
- non sappiamo di preciso quando è il giorno delle elezioni, ma sappiamo in che giorno e a che ora in televisione vengono trasmesse soap opera, reality e porcherie varie;
- qualunque sia il giorno prefissato, cadendo per certo di domenica, se il tempo è bello andremmo comunque a fare una scampagnata o, se il tempo non fosse clemente, bivaccheremmo sul divano a vedere o la Serie A o Barbara D’Urso fino alla sera per poi chiuderci in qualche cinema o in qualche pizzeria per goderci le ultime ore di libertà prima dell’inizio di una nuova settimana;
- la voglia di partecipazione sarà di certo pari a 0 perché non sappiamo di preciso cosa sia un referendum e quale sia il suo ultimo scopo;
- conseguentemente non sappiamo neanche di preciso su cosa verta questo referendum;
- visto che non si candida nessuno che conosciamo e che pertanto non possiamo ricevere “la 50 euro” per la mia croce, riterremmo inutile recarci ai seggi.
È inutile meravigliarsi, siamo fatti così. Viviamo alla giornata, lasciamo che altri pensino per noi ed agiscano al nostro posto ma poi ci disperiamo se qualcosa dovesse cambiare o non essere esattamente come avremmo voluto.
Però, perché c’è sempre un però, potremmo redimerci e far vedere che quel sentimento di coscienza civile, che alberga nei cuori di tutti i cittadini, non si è ancora sopito andando a votare SÌ al prossimo referendum popolare.
Anche se, quasi quasi, rivaluterei l’ opzione n. 2) che ho precedentemente citato per un motivo molto semplice: se il governo e i suoi rappresentanti dovessero decidere di far vanificare tutto, lo potrebbero fare tranquillamente.
Come stanno facendo in materia di acqua pubblica.
Ma noi non sappiamo neanche questo.
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