Prima di arrivare a quel punto di non ritorno, prima di
alzare le spalle e arrendermi al flusso poco naturale e corrotto delle vicende
civiche e burocratiche, continuo a credere nel buon senso e nella volontà delle
persone, di chi vive la città, di chi respira quell’aria che sarà sempre aria
di casa.
Come tutte queste persone, mi guardo attorno e conosco bene
le bellezze e le criticità del mio paese, piccolo ma colmo di risorse.
Così, parte da lontano la lamentela per l’assenza di un
Postamat che riesca a garantire un fondamentale servizio alla comunità, ai
numerosi turisti presenti nel periodo estivo e a tutte quelle persone che dai
paesi limitrofi raggiungono Collemeto per usufruire dell’ottimo servizio
offerto dall’Ufficio Poste Italiane e dai suoi operatori.
Ancora. Preme conoscere e, se necessario, intervenire
immediatamente sull’edilizia scolastica, centro nevralgico del paese e che accompagna
le generazioni sino all’età adolescenziale: un percorso di crescita
fondamentale per i nostri bambini e ragazzi che deve svolgersi nella massima
sicurezza per loro, per gli insegnanti e per chi lavora ogni giorno in quelle
strutture.
Uno sguardo molto attento è doveroso rivolgere al di sotto
dei nostri piedi. Condutture per l’acqua rivestite d’amianto e risalenti ad
epoche lontane con perdite ripetute e costanti: possibile che non si possa fare
nulla? Possibile che a nessuno interessi bere, mangiare o lavarsi con acqua
pulita? Si tratta di una questione vitale da risolvere al più presto.
Alzi la mano, ora, chi non ha mai sentito dire “entri a
Collemeto ed entri in un bunker!”: nessuna rete che funzioni al meglio in tutte
le zone del paese. Viviamo nell’era di internet alla velocità immediata e noi
che…noi che sappiamo aspettare…
Poi, vedo gente che raggiunge Collemeto per fare
rifornimento di metano, vedo file di automobili, d’estate, che attendono il
proprio turno alla stazione di servizio. Collemeto, però, non ha il metano:
cioè, esiste la possibilità di fare il pieno alla Multipla di turno, ma non mi
chiedete di cucinare degli spaghetti al sugo con l’alimentazione a metano…io,
anzi noi, cuciniamo solo con bombole a gas!
A chi non crede che in questo piccolo paese si possa anche
assistere a forme ibride di laghi, basta venire nelle giornate uggiose, recarsi
presso l’uscita del paese - direzione Santa Barbara - e lo spettacolo è
servito: una pozzanghera dal diametro tendente all’infinito che, nonostante un
recente intervento, di fatto continua a ripresentarsi ogni qualvolta la pioggia
scende, anche solo per poco tempo. E’ chiedere troppo fare un sopralluogo con
un ingegnere per trovare una soluzione? Incaricare un geologo affinché possa studiare
la struttura del sottosuolo in quel preciso luogo e capire la meta ultima di
tutta quell’acqua piovana?
Sempre lì nei paraggi, un altro spettacolo di cemento
incalza prepotentemente: il nostro amato ponte. Se “l’erba del vicino è sempre migliore”…in
molte città italiane migliaia di writers hanno messo a disposizione la loro
arte per riqualificare le pareti della periferia, rendendole piene di colori e,
quindi, magnifiche. Un’idea concreta sarebbe proprio questa: invitare alcuni
writers e con loro collaborare ad un progetto o all’indizione di un concorso
volto a rendere decorose le pareti del ponte attraversato dalla SS 101, magari
coinvolgendo le scuole secondarie di Galatina e di tutta la provincia.
A proposito di strade, non posso non soffermarmi sulla
provinciale Copertino – Galatina, una strada molto trafficata, nervo centrale
di collegamento, percorsa dai Collemetesi ogni giorno e molte volte al giorno,
scenario drammatico di incidenti stradali. Una strada provinciale priva di
sicurezza, stretta, buia, senza illuminazione e monca di alcun tipo di
segnalazione, soprattutto ai vari imbocchi per e da Collemeto. Di certo,
sappiamo bene che trattasi di una materia di competenza della Provincia. Capita
che AndareOltre, di recente, vede una sua forza all’interno del Consiglio Provinciale,
guidato dal Presidente Gabellone: il neretino Antonio Tondo, con il quale
potremmo svolgere gli adeguati sopralluogo lungo il tratto di strada in questione
e lui stesso, sono certa, sarà il primo a prendere a cuore questa importante
criticità e a portarla sul tavolo del Consiglio Provinciale.
Ritorniamo per le vie di Collemeto: come pretendere di rifare un manto stradale disastrato quando potrebbe esserci la possibilità di trasformare in realtà ogni singola idea sopra citate. Di certo, solo percorrendo le strade del paese ci si rende conto della drammaticità del manto stradale: noi, certo, ormai siamo degli esperti, conosciamo ogni singola buca anche quando sono colme d’acqua. Evitarle è diventato un gioco da ragazzi. Pensiamo, però, a chi viene, per caso o per volontà, a Collemeto e incappa in un buca profonda, distrugge vari pezzi della propria auto, intenta causa al Comune per chiedere un risarcimento dei danni….in altre parole, soldi dei cittadini per sostenere non una ma centinaia (se non migliaia) di processi di tal genere. A pensarci bene, quindi, chi ci guadagna non è solo il tipo di Via Padova piuttosto che chi abita in Via Fiume. Ebbene, prima è necessario capire quanti e quali lavori si possono svolgere al di sotto della superficie e poi, ad opere ultimate, procedere al rifacimento del manto stradale.
Essere orgogliosa di Collemeto è semplice: basta guardare il lavoro di unione dei genitori nelle scuole, la voglia di partecipare ed emozionare con la danza, il canto e il teatro di tutte quelle associazioni che, nonostante i tempi duri, credono ancora nella bellezza dell’arte; basta ascoltare i racconti di ciò che una volta si faceva per le strade del paese e che ora non si fa più. Perché, parafrasando Siani, quando vieni a Collemeto, piangi due volte: la prima perché dici “dove mi trovo?”, la seconda perché non vuoi più andare via. Per me è fondamentale puntare sulla cultura, sull’arte, sulla storia: rappresentano l’identità del paese, il sangue che scorre nelle sue vene, stimoli, passioni, bellezza pura. Sogno una villa piena di urla di bambini, che giocano, si rincorrono, sotto il vigile sguardo di una mamma attenta mentre il papà prende il caffè al bar e sulle panchine i ragazzini degli “anni delle immense compagnie”. Questo è il mio sogno, ma so anche che è il vostro.
Ahimè, la realtà parla chiaro: la crisi economica e il dissesto finanziario che ha colpito il Comune di Galatina è importante e non si può non sottovalutare. Al tempo stesso, però, credo che i miei nonni non sono nati in un’epoca florida, eppure hanno costruito quel paese di cui sento ancora raccontare e che è il protagonista dei miei sogni.
Cristina Dettù